Roberto Cingolani, ministro del Ministero della Transizione Ecologica (MITE), ha firmato i decreti che fissano i criteri per l’assegnazione dei fondi del PNRR (Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza) dedicati all’economia circolare: un miliardo e mezzo di euro per impianti di gestione e riciclo dei rifiuti (investimento 1.1), 600 milioni per i progetti “faro” (investimento 1.2), 500 milioni per un sistema integrato di monitoraggio e previsione (su incendi e rifiuti).
In tutto 2,6 miliardi di euro, di cui il 60% da destinare alle regioni del Sud Italia, soprattutto per quel che riguarda i progetti faro.
Tra i criteri premianti per l’ottenimento dei fondi sono stati individuati: l’allineamento tecnologico dei progetti rispetto al settore di riferimento, l’ampiezza della popolazione interessata e quella dei materiali da trattare, i miglioramenti attesi e la scarsità di impianti del genere di quelli proposti, il contributo alla risoluzione di infrazioni comunitarie. Vi sono poi “flussi critici” (pannolini, rifiuti tessili e di pelletteria, fanghi di depurazione) a cui spetta una parte significativa di questi fondi.
In uno dei decreti pubblicati (DM396), specifico per l’investimento 1.1), vengono identificate tre distinte linee d’intervento:
Per ogni progetto finanziabile sono stati fissati dei tetti massimi di contributo erogabile. Per quanto riguarda le scadenze entro 15 giorni dalla pubblicazione del Decreto (29.09.2021) verranno pubblicati tre avvisi relativi alle tre linee d’intervento. Una volta individuati i progetti, i soggetti proponenti entro il 31 dicembre 2023 dovranno aver individuato chi realizzerà il progetto ammesso a finanziamento, ed entro il 30 giugno 2026 i progetti finanziati dovranno essere completati. Tutte le proposte presentate verranno valutate da una Commissione dedicata. I progetti ammissibili saranno quelli che non hanno ricevuto fondi strutturali europei, che rispettano il principio di non arrecare danno significativo all’ambiente (DNSH). Non sono in ogni caso ammissibili al finanziamento gli interventi che hanno ad oggetto investimenti in discariche, in impianti di Trattamento Meccanico Biologico/Trattamento Meccanico o inceneritori o combustibili derivati da rifiuti, o l’acquisto di veicoli per la raccolta dei rifiuti.
Nei progetti faro (Investimento 1.2) i fondi sono destinati alle imprese, mentre per gli Investimenti 1.1, i fondi andranno a Enti di governo d’ambito territoriale ottimale (EGATO) definiti dal Testo Unico ambiente o ai Comuni. Entrambi potranno però delegare i gestori del servizio rifiuti, ma resteranno comunque “unico soggetto destinatario e responsabile nei confronti del Ministero per le risorse assegnate”. I fondi assegnati possono essere revocati nel caso di perdita di uno o più requisiti di ammissibilità, di irregolarità documentale non sanata, di mancato rispetto del cronoprogramma, di mancata realizzazione del programma di investimento, di violazioni di leggi, regolamenti e disposizioni vigenti.
Con il decreto ministeriale n°397 del 28/09/2021 sono invece stati definiti i criteri per l’assegnazione dei fondi previsti dalla linea di investimento “faro”; in tal caso è previsto l’impiego di 600 milioni di euro, di cui il 60% è destinato al Centro-Sud. L’obiettivo è quello di potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento e riciclo attraverso l’impiego di tecnologie e processi ad alto contenuto innovativo nei settori dell’elettronica e ICT, della carta e cartone, delle plastiche, e dei tessili. I fondi saranno assegnati attraverso bandi ad evidenza pubblica, da avviarsi entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto e che saranno pubblicati sul sito del MiTe. Nel caso dell’Investimento “faro” le linee d’intervento sono quattro:
Anche in questo caso a esaminare le proposte sarà una commissione, e resta la scadenza fissata al 30 giugno 2026.
Il terzo decreto emanato introduce il Piano operativo per il sistema avanzato e integrato, uno strumento di monitoraggio e previsione per il quale sono stanziati 500 milioni di euro. L’obiettivo è dotare l’Italia di strumenti di monitoraggio e prevenzione tecnologicamente avanzati a difesa del territorio e delle infrastrutture, con lo scopo di prevenire lo sversamento illecito di rifiuti e gli incendi, oltre che di provare a gestire meglio le emergenze.
Fonte: economiacircolare.com