Un team di scienziati inglesi e statunitensi ha scoperto per caso un enzima artificiale in grado di degradare la plastica; nello studiare la struttura di un enzima naturale trovato in un centro di riciclaggio dei rifiuti in Giappone gli scienziati della Portsmouth University del Regno Unito e del National Renewable Energy Laboratory del dipartimento dell’Energia Usa hanno infatti inavvertitamente modificato l’enzima in grado di digerire il polietilene tereftalato, la Pet usata per le bottiglie di plastica, andando così a scoprire che la nuova versione della proteina, ribattezzata «Ideonella sakaiensis 201-F6», era molto più efficiente nel «mangiare» la plastica di quella esistente in natura.
Si tratta di un’importante scoperta che potrà essere utilizzata per contrastare uno dei maggiori fenomeni di inquinamento in atto, ovvero la forte presenza di rifiuti in plastica e microplastiche presenti nei mari di tutto il mondo, con gravi ripercussioni su tutta la catena alimentare.
«Sebbene l’avanzamento sia modesto – ha spiegato McGeehan, professore alla School of Biological Sciences di Portsmouth – questa inaspettata scoperta suggerisce che c’è ancora spazio per un ulteriore miglioramento di questi enzimi, per portarci ancora più vicini a una soluzione di riciclaggio per la montagna in continua crescita di plastica scartata».
Ogni anno infatti più di otto milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani di tutto il mondo, suscitando preoccupazioni per la tossicità del derivato del petrolio e il suo impatto sulla salute delle generazioni future e dell’ambiente. Quest’ultima scoperta potrebbe offrire una prima soluzione.
Fonte: lastampa.it