L’Associazione Marevivo lancia una nuova campagna di comunicazione #STOPMICROFIBRE, dopo il successo di un’analoga iniziativa che ha portato alla messa al bando delle microplastiche nei cosmetici.
Recenti studi hanno dimostrato che ad ogni lavaggio vengano rilasciate mezzo milione di fibre microplastiche (di dimensioni inferiori a 5 millimetri) che finiscono nei nostri mari e che i pesci scambiano per cibo: “Queste micro particelle di plastica raggiungono il mare perché non bloccate dagli impianti di trattamento. Un danno non solo ambientale perché le particelle entrano nella catena alimentare accumulandosi negli apparati digerenti degli animali, riducendo anche la loro capacità di assorbire il cibo”, così ha dichiarato Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, nello spiegare il motivo per cui è stata lanciata la campagna #STOPMICROFIBRE.
Secondo una ricerca condotta dall’Università di Playmouth nel Regno Unito, quando si lavano i tessuti sintetici ad una temperatura variabile fra 30 e 40 gradi vengono rilasciate circa 700mila fibre microscopiche. Il tessuto più pericoloso è l’acrilico, in grado di arrivare al rilascio di 730mila particelle; i tessuti misti cotone e poliestere ne rilasciano 137mila. Lo studio “Primary Microplastics in the Ocean” dello IUCN sostiene che il 35% di tutte le microplastiche che finiscono in mare deriva da tessuti sintetici.
La Presidente di Marevivo ha poi proseguito sottolineando come la creazione di capi di abbigliamento privo di tessuti sintetici è sicuramente una della soluzioni necessarie, ma non sufficiente;“L’imperativo è ridurre, riciclare e riusare. Ridurre gli acquisti superflui, usare più a lungo i capi acquistati e riciclarli correttamente, effettuare lavaggi meno frequenti usando programmi per la lavatrice brevi, a basse temperature e con una velocità della centrifuga ridotta”.
Sicuramente ogni comportamento virtuoso in tal senso è da auspicare, visto che come dimostra uno studio della fondazione Ellen MacArthur, dal 2000 al 2014 la domanda di capi di abbigliamento ha subito una crescita esponenziale, raddoppiando i volumi di merce prodotta.
Fonte: envi.info